PAOLO CONSORTI // FIGHTERS

Paolo Consorti // FIGHTERS

A cura di Gloria Gradassi

Opening 5 Dicembre 2024 ore 18.00 – 21.00

5 Dicembre 2024  – 14 Febbraio 2025

 

Temporanea sintesi di un processo di rigenerazione pittorica

di Gloria Gradassi

In Fighters Paolo Consorti riassume alcuni temi fondamentali del suo percorso artistico. Il paesaggio futuribile e post-apocalittico, tutto pittorico ma segnato dalla fluidità dei processi digitali, che restituisce una natura vista nella sua dimensione primordiale, e l’uomo, in perenne dissidio con se stesso, i suoi simili e la natura stessa. Figure e spazio si dissolvono le une nell’altro, dando vita a visioni mutevoli e dinamiche che spostano l’immaginazione su un futuro in cui uomo e mondo sono raccontati nella loro nuda essenza. La collocazione temporale sospesa, indecifrabile e volutamente indefinita, posiziona l’opera in un classico tempo interiore che sfugge alla catalogazione e di cui emerge il mistero e la complessità.

 

L’opera d’arte che incide non spiega ma domanda, insinua dubbi, si lascia esplorare nel suo ermetismo, non è un rebus da risolvere ma un mistero che resta sospeso. Le opere di Consorti attraggono, seducono e si lasciano penetrare, conservando sempre il loro carattere enigmatico. Lo sguardo accede ad una dimensione labirintica, di visioni sovrapposte, tempi differenti, memoria ancestrale e immaginazione futuribile. L’occhio si posa e si concretizza un’immagine, ma dietro ad essa si apre uno scenario con una sua logica differente al quale se ne agganciano altri ancora, tanti strati, sfaccettati e incastrati in una soluzione estetica unitaria.

Molteplici mondi vivono sulle tele, come a voler riassumere la storia in un’immagine, un unico respiro, carico di tensione e universale. Alcuni frammenti appaiono depositati su basi sicure, altrove le figure scivolano in abissi di memoria e diventano rarefatte. Il colore, a volte rappreso, viene incontro all’osservatore, altrove la tela lo assorbe fino a farlo divenire liquido e sintetico.

L’immagine così fa propria una potenza quasi umana, vive, palpita, nelle stratificazioni di coscienza e memoria che convivono nella visione. Paolo Consorti rende visibile qualcosa di sfuggente che è il suo modo di vedere l’essere umano nell’essenza.

Queste complesse operazioni avvengono per l’artista in modo organico e utilizzando tecniche con cui ha segnato una strada per innovare la pratica della pittura. Consorti ha reso naturale la contaminazione tra tradizione pittorica, profondamente fatta propria, e l’altrettanto esperita pratica del digitale.

Ha usato tutti gli strumenti di un fare antico e contemporaneo in modo eterodosso, piegando tecniche e tecnologie ad usi differenti rispetto ai quali le stesse erano state concepite e progettate. Le ha letteralmente manipolate in processi sperimentali materializzando una visione diversa. A volte in modo più dichiarato, con citazioni del passato rilette in chiave ultra contemporanea, a volte nella ricerca di sottigliezze e in modo meno palese.

Le radici di queste sperimentazioni affondano nella seconda metà degli anni Novanta, quando l’artista fu uno dei primi ad utilizzare in modo pionieristico procedimenti meccanici e digitali nella realizzazione dell’immagine pittorica, rendendo la pittura decisamente più contemporanea pur conservandone la natura.

Nel corso di quasi tre decadi l’operazione di fusione tra pittura tradizionale e digitale è stata sempre più affinata da Consorti che ha reso i suoi processi, caratterizzati da una successione di interventi pittorici su tele dipinte, digitalizzate e ridipinte, più e più volte, un’inestricabile procedimento alchemico che può a pieno titolo essere considerato un nuovo modo di fare pittura.

Nel processo il fare pittura in alcuni momenti esce dalla tela, Consorti infatti non si limita a dipingere un quadro, ma costruisce veri e propri “set” pittorici e  “tableaux vivants” che, digitalizzati, entrano a far parte di un mondo visivo fluido e assorbente. E’ la pittura che ingloba alla fine ogni elemento. La pennellata, spesso ampia e decisa, si confronta con la precisione millimetrica dell’immagine digitale, creando un gioco di tensioni tra organicità e artificialità.

La tecnica del “mixed media on canvas”, dicitura utilizzata dall’artista per riassumere la somma di tutti questi procedimenti, tanto variegata da mutare di volta in volta, è la sintesi linguistica di questa ibridazione che include la fotografia, la pittura digitale e il video come strumenti per costruire le composizioni.

Oggi questa modalità operativa, che destava in origine curiosità e al tempo stesso resistenza, può essere considerata consolidata e matura. Una tecnica affascinante che aggiunge le finezze e il sapore dell’immagine digitalizzata alla sapienza della pittura dei maestri.

Ciò che Consorti non perde mai di vista è l’armonia, che dissimula ogni meccanismo ed ogni artefatto. Le immagini vivono infine una loro vita altra, autonoma, in un trionfo dell’estetica.

La serie Fighters è una sintesi visiva, dove l’alchimia è arrivata alla giusta temperatura. Le immagini sono potenti ma equilibrate, coinvolgono senza debordare. Digitale e manualità nascono insieme in queste opere, sono un processo creativo e mentale prima che materiale. Nulla di più, nulla di meno, sembra voler dire l’artista, che consegna all’osservatore un lavoro ben sedimentato, elegante e fortemente evocativo.