DANIELE D’ACQUISTO // LOG: Ricerca – Display – Archivio (RDA, DAR, RAD, ADR, ARD, DRA, DRRA, RADR, RRAAD, RRADDA, DARRAD…)
Inaugurazione 14 settembre 2023, ore 18.00-23.00
Via Cervino 16 – 10155 Torino
La mostra sarà visitabile fino al 20 ottobre 2023
Prorogata fino al 12 gennaio 2024
Estratto dal testo di Michele Bramante per il catalogo di prossima pubblicazione.
Il mondo è dato nello spazio continuo, che per D’Acquisto è la materia stessa della scultura […]. Quando un frammento della realtà viene trasformato in volume puro perde ogni legame con la sua esistenza ordinaria […] Per scoprire delle insospettate affinità dovremmo guardare alle nature morte di Cézanne, al suo realismo articolato per mezzo delle forme solide (ma non astratte) del cilindro, della sfera e del cono, e alle sue proverbiali mele, che lo interessavano meno come soggetto che come pretesto figurativo per dare sostanza al volume attraverso il colore. Il tronco che D’Acquisto deposita tra gli elementi di un’installazione è appunto un cilindro scultoreo, senza implicazioni di altro ordine. […]
Lo spazio denso si modella intorno alle cose come se ne prendesse il calco, ma continua senza interruzione tra l’interno e l’esterno del loro perimetro, unendo e fondendo i corpi. L’apparente vuoto che li separa è parte integrante dell’insieme scultoreo. Le “Strings” (stringhe) di D’Acquisto sono la materializzazione, sotto forma di spessi e flessuosi nastri, della continuità nello (e dello) spazio. […]
Se gli oggetti comuni terminano la loro vita precedente entrando nel dominio della scultura, trovano qui la propria rinascita. Tutto ciò che concerne la nuova esistenza è essenzialmente spaziale e agisce retroattivamente sull’intera memoria degli oggetti. La cronologia dei loro movimenti, delle interazioni fisiche con le altre masse, delle trasformazioni interne e della ristrutturazione spaziale degli ambienti in cui agiscono, confluisce nelle condizioni raggiunte allo stato attuale. […] Lo stato formale che si osserva è il calco delle azioni impresse dal tempo in continuo riassestamento. […]
La mostra LOG (R-D-A) aggiorna al presente lo stato delle opere di Daniele D’Acquisto e, nello stesso tempo, riassume il suo particolare concetto di scultura esteso all’esperienza cumulativa della ricerca sulle forme. Il termine “log” proviene dal linguaggio informatico. Corrisponde a un registro degli eventi che si verificano durante l’uso di un dispositivo elettronico. Il file serve dunque a raccogliere una memoria operativa. Per analogia, l’esposizione e il modo specifico in cui appaiono le opere – che D’Acquisto chiama display (D), mutuandolo ancora dall’informatica – uniscono e fissano in una determinata rappresentazione le dinamiche spaziali memorizzate fino a quel momento dagli oggetti.
Dal punto di vista formale non tutti gli oggetti riescono però a comunicare la propria intrinseca unità con gli eventi trascorsi. Le opere d’arte, in particolare quelle espresse dalle tecniche tradizionali come pittura e scultura, sono consegnate, una volta compiute, a un momento temporalmente isolato, concentrato nell’istante in cui manifestano idealmente il loro completo significato agli occhi di chi osserva. […] In LOG (R-D-A), le installazioni che impegnano il nucleo principale della mostra sono realizzate assemblando le casse che servono a conservare le opere negli intervalli di tempo in cui non sono esposte, durante gli spostamenti da una sede all’altra o nel deposito della Galleria. Il volume delle casse è dunque strettamente connesso da una parte con la memoria spaziale di ciò che devono contenere, dall’altra con gli ambienti in cui sono di volta in volta spostate e collocate. La loro funzione è essenzialmente unita, quindi, non solo alla forma che possiedono, ciò che le rende scultura (l’oggetto è fabbricato in un certo modo per adempiere efficacemente al proprio scopo), ma anche alle dimensioni fisiche e temporali dell’opera al loro interno e della Galleria. Il loro valore cronologico si rende immediatamente evidente nell’unità tra forma e funzione.
Affisse alle casse ci sono le foto delle opere, come quando è necessario riconoscerne il contenuto una volta arrivate a destinazione dopo un trasferimento, o per individuarlo facilmente quando sono stipate in un magazzino. Assemblati nelle installazioni i parallelepipedi proseguono la ricerca (R) di Daniele D’acquisto sulla plasticità degli oggetti comuni. Visti nel loro sedimento mnemonico, immettono nella forma il tempo accumulato. La catalogazione per mezzo delle foto e il rapporto con la vita delle opere aggiunge alla funzione primaria dei contenitori anche quella dell’archiviazione (A).