Thomas Struth // Fo-To 2019

Gagliardi e Domke presenta:
#Thomasstruth – Roma, on occasion of Fo-To

03.05.2019 – 14.06.2019
Via Cervino 16
10155 Torino
Thomas Struth (nato nel 1954).
Il fotografo tedesco è cresciuto a Duesseldorf alla scuola di Bernd e Hilla Becher. Noto alla comunità dei collezionisti per i suoi scatti fotografici di Musei, ritratti di famiglie e per le serie bianconero di Duesseldorf, New York e Roma, che spesso stampa in grandi dimensioni.
La serie di scatti su “Roma”, 12 foto in BN realizzate dall’artista Thomas Struth nel 1988, mostrano la capacità di sintesi esercitata dall’occhio di Struth. Il bianco e nero delle foto e i trent’anni trascorsi dal soggiorno romano dell’artista, consegnano al visitatore una Roma impensabile al giorno d’oggi. Le foto sono stampe alla gelatina sali d’argento, cm 12×16,5. Particolarmente significativa per la galleria la partecipazione come guida alla scoperta di Roma, di un artista amico di Struth e amico della galleria: Vittorio Messina che troviamo ringraziato da Struth sul retro di alcune foto.
La serie di Thomas Struth “Roma” è stata esibita nella sua interezza nella mostra PHOTO20ESIMO” MUSEO D’ARTE CITTA’ di LUGANO, 2009 curata da Bruno Corà ed è interamente documentata nel catalogo della mostra edito da Silvana Editore

Gagliardi Collection // cosa vedere

Gagliardi e Domke presenta:
#Gagliardiartcollection – cosa vedere

Until 14.05.2019
Via Cervino 16
10155 Torino
Al termine della grande mostra dello scultore Fabio Viale: “Fifteen” che celebrava i 15 anni di collaborazione fra l’artista e la galleria si è deciso di lasciare ancora alcune grandi opere, in parte della collezione Gagliardi, in esposizione. Sarà così possibile ai visitatori che ancora non avessero avuto modo di vederle, scoprire ad accoglierli nel cortile della galleria opere come “Door Release”, una interpretazione della mano del Colosso di Costantino in marmo bianco di Carrara e “Obelisco” che ci fa riflettere sulla divinità che da oltre un secolo gestisce la nostra vita: l’energia elettrica. E poi ancora nell’atrio: “Arrivederci e grazie”, opera con cui l’artista ha vinto il premio Henraoux. Al piano terra della galleria si scopre un “Kouros” tatuato con i simboli della mafia russa, uno pneumatico da camion e una serie di tasselli, oggetti spesso trascurati, sui quali non nasce alcuna riflessione nè sulla forma nè sul lavoro svolto dai progettisti per renderi funzionali all’assolvimento del proprio compito e che Viale invece ci presenta, con un’operazione che rasenta il pop, inducendoci a rifletterci su. “Flat Line”, una gigantesca putrella in marmo occupa il corridoio della galleria, continuando troviamo un motivo ricorrente nella produzione dell’artista: un aereo in marmo bianco che ci ricorda quelli in carta che ognuno di noi ha costruito e lanciato, e una doppia parete che ospita magistralmente un volo di aeroplanini. Nella grande stanza in fondo alla galleria si trovano tre capolavori: “Ahgalla”, la barca di marmo compagna di molte performance dell’artista; “Stargate”, in assoluto il lavoro più impegnativo in termini di tempo (oltre un anno di lavoro, oltre 20 tonnellate di materiale asportato per liberarne l’interno) e il “Laocoonte” che vede ribadito il suo ruolo di dannato anche con il tatuaggio con cui l’artista ha rivestito il corpo, che rappresenta una parte del giudizio universale di Giovanni da Modena, presente in San Patrizio a Bologna. Resta ancora al piano soperiore un ultimo lavoro: “Infinito” uno dei più iconici lavori di Viale, realizzato da un unico blocco di marmo nero.
Girando per la galleria per scoprire questi lavori di Viale non saranno sfuggiti al visitatore alcuni disegni appesi alle pareti: si tratta di disegni con cui l’artista Piero Fogliati fissava le idee con cui rincorreva un’utopia che ha condizionato tutto il suo lavoro: quella di incidere sulla città con opere di dimensioni ambientali che raggiungessero l’obiettivo di far percepire la città più vivibile. Alcuni di questi disegni ci parlano di auditorium a rumore, di edicola delle apparizioni, di macchina che respira. In mostra al primo piano troviamo appunto la “Macchina che respira”, l’invito è a mettere gli stetoscopi alle orecchie, per percepire, appunto, il respiro della macchina. Nella stanza buia al piano terra si trova il “Prisma meccanico”, un’opera che nasce con l’intento di dimostrare che la pioggia è colorata. Piero Fogliati, nato a Canelli nel 1930 e deceduto alcuni anni fa, è stato due volte alla Biennale di Venezia, le sue opere sono in importanti collezioni, il “Prisma meccanico” presente in galleria è stato inserito in una importante mostra sul gioco e le illusioni curata da #DaniloEccher al Chiostro del Bramante a Roma lo scorso anno.

Aurore Valade // THE PHAIR

Gagliardi e Domke presenta:
#AuroreValade
@THEPHAIR

02.05.2019 – 05.05.2019
AURORE VALADE
Nata nel 1981 in Francia, vive e lavora attualmente fra Arles e Madrid In precedenza è vissuta a Marsiglia, tre anni a Torino e in Messico. Ogni luogo in cui ha vissuto è stato sorgente di ispirazione di una o più serie di fortunati lavori. Premio Fondazione HSBC per la fotografia. I suoi lavori sono presso importanti collezioni private e pubbliche. Il filo conduttore dei lavori selezionati per la fiera ci rivela come l’artista metta l’uomo al centro della sua ricerca. La serie completa dei “RITRATTI DI TORINO” 2009-2010 ci consente di osservare, ritratti con una postura che ci rimanda alla ritrattistica rinascimentale, alcuni personaggi torinesi all’interno delle loro abitazioni. L’occhio dell’artista abbraccia l’ambiente in cui vive il protagonista della foto e, procedendo per accumuli successivi di oggetti e interessi che animano la vita quotidiana del personaggio preso a modello, genera un ritratto che va ben oltre l’aspetto fisico esteriore dell’individuo, consentendoci di scoprirne i risvolti psicologici, o meglio, l’essenza stessa del personaggio. La maestria con cui Aurore domina la scena, la scopriamo osservando come l’accumulo di cose che la abitano e che potrebbe risolversi in un’immagine che rasenta il kitsch, diventa invece un’esaltazione dei canoni dell’armonia. Un dettaglio non trascurabile, forse un vezzo dell’artista che ritroviamo anche in altri suoi lavori e che val la pena evidenziare: il quotidiano del giorno, il preferito dal protagonista della foto, riveste un ruolo importante nella scena e evidenzia la data in cui è stato effettuato lo scatto della fotografia. A volte tende a suggerirci, con l’avvenimento del giorno in prima pagina, il tema dei 15 scatti dei RITRATTI DI TORINO 2009-2010. Completano la presenza in fiera alcuni ritratti dalle serie “INTÉRIEURS AVEC FIGURES” e “L’OR GRIS” in cui si conferma lo sguardo da antropologo dell’artista che mette sempre al centro della sua ricerca artistica l’essere umano.